I colori mai visti (24)
Italian

I colori mai visti (24)

by

fiction

Parti precedenti (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23)

Parte 24

Il dottore disse che quando gli avevo passato la mia fiducia in questo che era accaduto ad Anton, per un breve istante comprese lui stesso cosa significasse percepire i colori. Decise di trasferirsi nella capitale o in qualche altra grande città e di mettere su una clinica speciale per aiutare i bambini con questa abilità.

Scese la sera ed era ora che tutti andassero a casa. I miei genitori, Zoe e Anton se ne andarono, mentre il dottore si trattenne per un minuto. Disse che sarei potuta tornare a casa tra qualche giorno, e nel frattempo vorrebbe che rimanessi qui. Poi mi tese la mano. Non capii perché. Mi disse di stringerla. Sarebbe stato un segno di apprezzamento per tutto ciò che avevo fatto per lui, per Anton e per tutti gli altri. Non capii bene che intendesse. La mano tesa la strinsi lo stesso. Il dottore mi disse addio e uscì dal camerone.

Tutto erano ancora fuori a spasso, nonostante fosse già buio. Ero sola nel camerone. Mi sembrava tutto nuovo. I colori se ne andarono via, e stavolta, a quanto pareva, per sempre. Rimasero solo quei pochi colori che si vedono con gli occhi, e che non si cambiano mai. Tentai a rammentarmi come era percepire i colori delle parole, delle emozioni, degli umori e della gente. Non ci riuscii. Non ne rimasero nemmeno dei ricordi. Bisognerebbe imparare a farne a meno.

Si aprì la porta del camerone ed entrò la ragazza del nastro rosso. Arrivata al suo letto, ci si sedette spalle al passaggio tra i letti, si sciolse i capelli e si mise a pettinarseli. Mi avvicinai a lei e le chiesi dove avesse preso un nastro così bello. Continuando a pettinarsi, si voltò a metà verso di me. Non guardava proprio me, però nella mia direzione. Si vedeva che neppure questo le era stato facile. Disse:

"Me l'ha regalato mio papà. Mi piace molto. Come ti chiami? Mi chiamo Rita."

Fine.

2