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Parte 13

Mi risvegliai molto dopo le sette. Era già quasi pomeriggio. Zoe stava con me. Si diede malata è non andò in scuola. Dopo aver visto che mi ero svegliata mi chiese se volessi mangiare. Dissi di sì. Mi portò un panino è un bicchiere d'acqua tiepida. Quando avevo mangiato il panino e avevo bevuto l'acqua, Zoe chiese cosa succedesse ad Anton. Iniziai a spiegare. Il racconto aveva un colore cattivo. Nonostante, riuscii a raccontare tutto fino in fondo. Zoe si sedetti in poltrona, tacque per una cinquina dei minuti, poi si alzò e disse che si doveva salvare Anton. Suggerii di andare da papà di Anton e raccontare tutto a lui. Non le piacque questo suggerimento. Era proprio il papà di Anton che mi aveva fatta mandare in manicomio. Zoe disse che non mi avrebbe dato retta, e anche se sì, non mi avrebbe creduto. Aveva ragione. Bisognò trovare qualcuno che mi crederebbe.

Domandai a Zoe dove vivesse il dottore che aveva trattato la sua sorellina. Non lo sapeva. Però si aveva ricordata la via alla sua clinica. Avevamo bisogno di trovare subito il dottore e raccontare tutto a lui. Il tempo stringeva. A quel punto nel manicomio dovrebbero già mettersi a cercarmi. Sarebbero venuti pronto a casa mia. Non mi avrebbero trovata lì, quindi sarebbero andati dai miei amici. Al di fuori di Zoe non ne avevo nessuno, dunque sarebbero venuti qui in primo luogo. Bisognò che ce ne andassimo via. Non potevamo semplicemente uscire fuori. Zoe si era data malata e io non avrei dovuto esserci per niente.

Zoe disse che sapeva cosa fare. Mi disse di vestirmi ed essere pronta a uscire a comando. Andò in gabinetto, ci restò per qualche minuto e da lì chiamò la mamma. Parlavano a lungo di qualcosa attraverso la porta chiusa. Poi la mamma si vestì e uscì fuori. Zoe spiegò che la mamma si era recata in farmacia ma sarebbe tornata pronto, perciò dovevamo andarcene subito. Chiesi cosa dicesse alla mamma. Zoe arrosì e disse che me lo spiegerebbe più tardi.

Continua.