I colori mai visti (4)
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I colori mai visti (4)

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fiction

Parti precedenti (1, 2, 3)

Parte 4

Facevo sempre per Zoe i compiti di matematica che le assegnavano a scuola. La sua matematica era più interessante della mia. Nella mia conoscevo già tutti i numeri e i figuri, come pure i loro colori. Nella sua, c'era stato sempre qualcosa di nuovo. A volte, non si vedeva subito il colore corretto. Allora si dovrebbe pensarci per bene. Questo era ancora più interessante. Poi si dovevano scrivere nel quaderno tutti i passi della soluzione. Per farlo, mi ricordavo come si mescolavano i colori e registravo ogni passo. Questa parte mi sembrava inutile. Zoe diceva che nessuno tranne me sentiva i colori in questo modo. Perciò si doveva andare con ordine.

Zoe mi diede anche la sua crestomazia da leggere. Ci furono molti racconti sulla guerra e sulle imprese eroiche. Uno di questi riguardava una ragazza che aveva abitato in un paese occupato dai nemici. Si chiamò Nina. La sua casa era stata distrutta, e lei si rifugiva nello scantinato. Una volta Nina si rese conto di un camion che aveva passato davanti allo scantinato. Quel giorno nevicò. Lei attese la notte, trovò dalle tracce dove era andato il camion, e si recò nella foresta per raccontarlo ai partigiani. Ebbe molta paura. Se fosse stata beccata dai nemici, sarebbe stata senza dubbio giustiziata. Per arrivarci, si doveva attraversare la foresta camminando sulla neve. Si era persa e quasi morì dal freddo. Entro mattina trovò i partigiani e gli raccontò tutto. Il comandante dei partigiani contattò il quartier generale. Di giorno arrivò l'aereo e sganciò una bomba sul camion. I nemici capirono che qualcuno aveva detto del camion ai partigiani. Seguirono le tracce di Nina, trovarono il riparo dei partigiani e uccisero tutti. Il giorno succesivo arrivò il nostro esercito e sloggiò i nemici dal paese. Tutti le loro munizioni erano state rimaste nel camion, e delle altre non ce ne furono.

Il racconto piacque a Zoe. Fu perchè non sentiva i colori. I racconto ebbe un colore sbagliato, quello di mal di testa. Provai ad immaginare cosa farei al posto di Nina. Fu quasi come la matematica. Si doveva tentare in vari modi finchè non risulterebbe il colore corretto. Avevo concluso che Nina sarebbe dovuta restare a casa. Così sarebbe rimasta viva. Il racconto assunse subito il colore giusto.

Continua.

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