I colori mai visti (23)
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I colori mai visti (23)

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fiction

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Parte 23

Tornai in me nel camerone del manicomio. Non sapevo che ora fosse. Accanto al mio letto erano seduti papà, Zoe e Anton. Quando papà vide che avevo aperto gli occhi, mi prese la mano e se la premette sulle labbra. Non si faceva la barba da qualche giorno, e mi punse la mano. Nonostante ciò, provai una calma straordinaria. Mi parve che nulla di male mi sarebbe potuto mai più accadere.

Zoe mi chiese come mi sentissi. Le risposi che stavo bene. Zoe disse che ero rimasta svenuta per quasi tre settimane. All'inizio mi avevano mandata all'ospedale normale. Il dottore li disse che si trattava del mio cervello, dunque mi trasferirono qui. Tutti ebbero molta paura che sarei morta. Durante tutte queste tre settimane papà era rimasto a fianco del mio letto, facendo solo pause per dormire, mangiare e andare in bagno. Zoe veniva a trovarmi ogni giorno dopo la scuola. Anche mia mamma veniva quasi ogni giorno, ma quel giorno rimase a casa. Al suo posto venne Anton.

Anton disse che subito dopo la nostra conversazione con il dottore, questi chiamò l'ospedale e ordinò di preparare tutto per l'intervento. Quando gli chiesero delle analisi, rispose che era stato sicuro della diagnosi e che avrebbe assunto tutta la responsabilità. L'intervento fu fatto la notte stessa. La malattia si rivelò proprio la stessa che aveva avuto la sorellina di Zoe, e la procedura aiutò. Del grave pericolo non ce n'era più. Il dottore disse che c'era ancora la possibilità di complicazioni, a causa delle quali Anton avrebbe dovuto comunque recarsi nella capitale per curarsi. L'uomo dell'ente pubblico promise di aiutare a toglierlo al padre.

Zoe chiamò un inserviente e gli disse che avevo ripreso conoscenza. L'inserviente mi diede un bicchiere d'acqua e andò a chiamare il dottore. Il dottore venne mezz'ora dopo. Con lui venne anche mia mamma. Mi abbracciò e pianse. Questo non mi sorprese. Ormai avevo cominciato a capire che si piange quando si è particolarmente felici. Si capiva che mamma lo era.

Continua.

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