Oggi all'Università abbiamo parlato di come utilizzare la intelligenza artificiale nella traduzione. Benché è una risorsa molto utile, il corso non ha reuscito di farmi cambiare la mia prospettiva.
Io non potrei mai scrivere un articolo con risorse di un posto che non ho visto con i miei occhi. Dunque, se devo convalidare l'informazione che ho raccolto, non ci ho guadagnato tempo. Ma ecco qui il problemo de la nostra società: tutto deve essere fatto all'istante, perché se non le altre aziende ti mangeranno.
Una frase che ho sentito prima che mi pare interessante: Stiamo sentendo quello che i braccianti hanno sentito quando la rivoluzione industriale è stata arrivata.
Dov'è quella vita lenta e semplice che sogniamo?
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Titolo: "Intelligenza […]"
Grazie!
Compatisco molto con il tuo punto di vista. L’uso dell’intelligenza artificiale suscita in me molte emozioni contraddittorie. Da una parte, mi entusiasmano le possibilità che si stanno aprendo: è incredibile vedere come, all’improvviso, tutti i social network si siano dotati della funzione di tradurre in pochi secondi i contenuti in decine di lingue. Su piattaforme come Coursera, dove si possono seguire corsi a livello accademico, ormai quasi tutti i corsi dispongono di sottotitoli. La capacità delle persone di comunicare e di utilizzare risorse online si è ampliata in modo straordinario, e certamente non vorrei tornare indietro.
D’altra parte, però, gli svantaggi sono enormi. Per il momento tralascio la questione dei diritti d’autore, perché si tratta di un argomento lungo e separato. Ciò che invece mi ha fatto venire in mente il tuo testo è proprio il tema della qualità: certo, con la cosiddetta IA (anche questo sarebbe un discorso a parte — chiamare "intelligenza" i large language models è, a mio parere, un grande trucco pubblicitario) otteniamo traduzioni / testi / riassunti quasi in tempo reale. Tuttavia, la loro qualità è mediocre e la loro credibilità, dubbiosa. Il problema è che a noi — cioè alla maggior parte delle persone — questo non importa più, perché questo "output" costa pochissimo ed è incredibilmente veloce. Col tempo, smetteremo persino di fare attenzione alla qualità, perché perderemo la capacità di distinguere la verità dal fake. Ed è proprio questo, per me, il pericolo più grande. Non ho una soluzione, ma penso che dovremmo soprattutto stare attenti a non smettere di usare i nostri propri neuroni biologici per non perderli nel processo. 😉
Prima dell'avvento di ChatGPT, tutto il mondo diceva che gli sviluppatori sarebbero stati gli unici ad avere un posto assicurato. Arriva ChatGPT, causa un orgasmo collettivo agli azionisti di tutto il mondo, e il castello di carte crolla. Ormai licenziano anche gli sviluppatori. L'ironia è che sono già stati condotti numerosi sondaggi e test dove risulta che l'uso dell'IA moltiplica a dismisura il numero di problemi da risolvere. Alla faccia della produttività!
@Lokus Sono d'accordo, infatti oggi neanche io riesco a capire se un video è fake o vero. Secondo me l'arrivo della intelligenza artificiale mi ha fatto più attento alla qualità, perché siccome dici questi programme fanno un lavoro mediocre e senz'anima.
Inoltre, nel corso abbiamo parlato anche del ruolo di noi traduttori nella società. Oggi, di solito, non si paga un traduttore per la sua traduzione bensì la sua responsabilità al momento di consegnare il prodotto. Mi spiego: se un'azienda traduce un documento con ChatGPT ed è sbagliato, non c'è nessuno à incolpare. Ma se un traduttore sia la traduzione sia il post-editing, lui/lei risponde con la sua faccia in caso di problemi.
Io non uso ChatGPT né altri IA, e non sopporto nulla in relazione con ciò, ma semplicemente non sembra che io possa lavorare senza usarlo.
@Simone- è interessante quello che dici. È vero che ci sono lavori che probabilmente spariranno, lavori che non hanno bisogno di una squadra che ci si spacca la schiena. Ma cercare di introdurre una macchina nei processi neurologici è secondo me una follia.
Purtroppo mi pare che come @Lokus dice, è una questione di voglia. Se vuoi rimanere nella mediocrità e vivere come un robot — ciò che le aziende vogliono — o fare uno sforzo e cercare di, alle nostre esigenze, sfruttare quello che ci rende umani — le attività creative, che un robot non potrà mai fare.