Il contraccolpo al contraccolpo
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Il contraccolpo al contraccolpo

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La politica americana può descriversi con la metafora del pendolo. C'è un passo in una direzione seguito da una reazione, poi una reazione a quella reazione. Cioè, la nostra politica non è una progressione continua in avanti, bensì una serie di reazioni. E possibile che tutti i sistemi politici nel mondo siano così, però non vorrei generalizzare troppo.

Una manifestazione di questo fenomeno è apparso dentro del dibattito sull'argomento di "Critical Race Theory" (teoria critica della razza) nelle scuole pubbliche. L'argomento di destra è che i professori nelle scuole pubbliche promuovano una ideologia ai bambini che gli Stati uniti sia un paese essenzialmente razzista. Sostengano che le lezioni insegnate alla scuola fanno danni all'autostima degli studenti bianchi perche le figure storiche bianche sono dipinte sempre di maniera negativa, cioè i cattivi della nostra storia nazionale. Non solo è quello una mutilazione della storia, secondo loro, ma anche è fatto coll'intento di provocare l'odio di sé stessi tra i bambini bianchi. Centrale al loro argomento è l'idea che i genitori devano avere il diritto di controllare gli informazioni che consumano loro bambini fuori da casa; che i genitori debbono avere l'ultima parola sulla formazione dei bambini.

La sinistra affirma che quest'argomento è fatto in malafede. La paura attestata dalla destra rappresenta uno sfruttamento retorico col obbiettivo di nascondere la verità, spessa oscura e difficile, del nostro passato collettivo.

Ci sono state legge diverse adottate negli stati controllati dalla destra che vietano l'insegnamento di alcuni temi ed hanno reso effettive varie limitazione su la maniera in cui alcuni argomenti possano essere trattati alla scuola. Due o tre stati hanno fatto liste di parole e termini vietati alla scuola, come 'critico', 'giustizia sociale', e 'privilegio razziale'.

E poi cominiciarono i divieti di libri ed il dibattito è diventato più caldo. I primi libri ad essere vietati, sempre con la giustificazione che contengano contenuti problematici come il linguaggio offensivo o la sessualità troppo esplicita, avevano tutti qualcosa in commune: personaggi principali neri, indigeni, migranti, omosessuali o ebrei. Nel immaginario collettivo americano, purtroppo, vietare i libri ci fa pensare sempre alla terza Reich, all'autoritarismo, alle foto di montagne di libri bruciati in Germania sul Nazismo. Già con questa connotazione in mente, un consiglio pedagogico nello stato di Tennessee ha vietato il libro Maus, un romanzo grafico che racconta l'Olocausto, scritto dal figlio di sopravvissuti polacchi.

Lo stesso giorno quando è successo il divieto, Maus è diventato il numero uno libro più venduto nel paese. Ora il è impossibile trovarlo nelle librarie, neanche su Internet. Il consiglio pedagogico di quella commune hanno toccato al 'third rail', come diciamo. Sono andati troppo lontano e la reazione è stata molto più intensa di quello a cui loro aspettavano. La natura del dibattito è cambiato totalmente da un giorno all'altro.

Se non avete letto questo vi lo consiglio con entusiasmo. Non solo è questo libro una opera molto forte, il modo in cui racconta che cos'è successo nell'olocausto è brutale, intenso e, sopratutto, vero. Non è La lista di Scindler, neanche Il ragazzo con pigiama a strisce, nessuno eroe viene. Non c'è un happy ending. È solo la verità e l'effetto sentito attraverso i generazioni. Il libro da una faccia alla brutalità di questa tragedia umana. Il lettore si trova confrontato all'immensità della perdita. E si, non si legge facilmente. Non vi lascerebbe in buona umore.

Allo fine, questo dibattito solleva un sacco di domande immense sul rollo della scuola, sul rollo della letteratura a scuola, sul rollo dei genitori all'interno della formazione, sul modo in cui dobbiamo immaginare il passato e la forma in cui la nostra relazione al passato dovrebbe costruirsi. Un'elemento che per me è stato dimenticato in seno a questa disputa è quello della fiducia. Nella mia vita, una cosa che mi ha dato una relazione così tanto positiva con miei genitori è sempre stata la loro franchezza. Riesco a gli credere perche sono aperti e franchi. Mi racontano la verità e mi dicono quando non sanno qualcosa. Un effetto collaterale a lunga durata di nascondere la verità dei bambini è la sfiducia. Loro sanno quando mentite. Apprenderanno un giorno cos'è vero e cos'è una bugia, e dovete sperare gli aver racontato la verità, altrimenti la fiducia non si ricostruisce con facilità.

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