La Fanciulla Ordinaria e La Farfalla Straordinaria (Capitolo 2)
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La Fanciulla Ordinaria e La Farfalla Straordinaria (Capitolo 2)

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Spero che questo capitolo non abbia bisogno di tanto per correggere quel capitolo 1. Lo proveremo! Sto imparando nel processo.

La Fanciulla Ordinaria e La Farfalla Straordinaria

Capitolo 2

In silenzio, Cristiana rimase a bocca aperta.

«E oggi i fiori sono dolci specialmente» continuò la farfalla. Non influenzato dal suo shock, la farfalla volò verso lo scaffale, pieno i libri. «Quei tutti libri sono tuoi?»

Lei si asciugò gli occhi e annuì.

«Poi perché non le leggi?» la farfalla continuò.

«Perché non mi piacciono a leggere.» lei finalmente risponda.

«Davvero? Che peccato! Leggere è divertimento. Oh guarda! Infatti, questo libro è molto interessante.» La farfalla svolazzava verso un grande tomo e legge la copertina. «“Il Re e La Regina Artana Leggono i Conti dei Magazzini” Un classico!»

«Come puoi letto?»

«Che strano! Pensavo mi avresti chiesto come posso parlare. Questo è quello che sempre chiesti tutti gli altri. Sì, certo, so leggere. Ho letto tutti i classici romanzi horror: “La Ragnatela del Diavolo”, “Attacco della Mantide Religiosa”, “La Farfalla Ha Sposato Una Falena … Ho studiato alla Università delle Magiche Farfalle, la più prestigiosa scuola nel mondo. Tutte le magiche farfalle vanno li.»

«Sei in realtà una magica farfalla?

«Certamente! So parlare e leggere, giusto? Non hai sentito parlare delle magiche farfalle?»

«No.»

«Sei una molta strana ragazza giovane.»

«Sono una principessa.»

«Una principessa che non leggere.» la farfalla disse, indifferente. «Guarda, che dipinture meravigliose!» La farfalla svolazzava verso una dipintura e lo ammirava da vicino. «Questa quadra è stato dipinto dal famoso gnomo, Gastovino dei Paludi. Un maestro della pittura e un genio. Proprio guarda quei tratti di pennello!»

Cristiana si alzava dal letto e andò dalla farfalla. «Come ti chiami, Signor Farfalla?»

«Pensavo che l'avresti mai chiesto… Mi chiamo Professore Dorè.»

«Piacere, Professore Dorè. Mi chiamo Cristiana.»

«Sono contento che tu abbia ricordo le tue buone maniere. Molto lieto, Cristiana.»

«Mi scusi, Professore, ma perché sei qui?»

«Perché hai pianto esattamente il corretto quantità di tempo (Oppure: "proprio il giusto quantità di tempo"?) per esaudire i desideri. È magico. Avresti voluto vedere una farfalla da vicino, cosi eccomi qui.»

«Allora, devi essere molto occupati, Professore. Con tutte le ragazze triste nel mondo, diciamo.»

«Noi facciamo il tempo. È molto importante lavoro.»

All’improvviso, sentono dei passi sulle scale.

«No, loro non possono vedermi.» il Professore Dorè disse, e poi svolazzava in fretta attraverso la finestra.

«Ma aspetta. Mia madre vorrà conoscerti.»

Ma il Professore Dorè è già uscito.

La madre di Cristiana, Salina, aprì la porta. Era una alta donna con i capelli castani scuri, molto lunghi, legato in fili d'argento. «Cosa stai facendo, Cristiana?» chiesti severa.

[Continua in seguito]

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