La mia recensione del libro Novecento che faccio in questo post sarà molto diversa rispetto alla mia recensione di Seta. Come a molti di voi, Seta non mi è piaciuto molto. Novecento, invece, l'ho trovato straordinario.
Ho amato la storia, i personaggi, il messaggio dietro il libro, e anche il linguaggio. Tutto è stato molto bello. È difficile parlare del libro senza fare spoiler, perché è un libro molto breve di meno di sessanta pagine, ma proverò comunque a non rivelare la fine.
Novecento è un monologo teatrale, scritto con l'idea di farlo diventare uno spettacolo. Baricco l'ha scritto specificamente per un attore e un regista in particolare, e loro hanno fatto lo spettacolo come era previsto.
E qualche anno più tardi Novecento è diventato anche un film che si chiama La leggenda del pianista sull'oceano in italiano e The legend of 1900 in inglese. Sebbene il regista del film sia italiano, è stato girato in inglese.
Il libro non sembra un'opera teatrale, però, perché non ci sono indicazioni come "questo personaggio entra in scena dal lato destro, e quest'altro esce dal lato sinistro", etc. È molto facile da leggere perché, essendo un monologo, c'è un solo personaggio in scena.
Questo personaggio è Tim Tooney, un trombettista che suona la tromba con un gruppo di musicisti su una nave chiamata La Virginian che fa continuamente il viaggio di andata e ritorno fra gli Stati Uniti e l'Europa.
Tim Tooney, però, in realtà è un personaggio secondario. La storia che racconta Tim Tooney è la storia di un altro musicista a bordo, un pianista, col nome strano di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. Ecco da dove viene il nome del libro -- è il nome del protagonista, Novecento.
Lui è nato sulla nave, probabilmente figlio di emigranti poveri per cui lui era una bocca in più da sfamare, ed è stato lasciato lì dentro una scatola di cartone sul pianoforte nella sala da ballo.
È adottato ufficiosamente da un marinaio, Danny Boodmann, che gli dà il suo nome, ma più tardi Danny Boodmann il padre adottivo muore e Novecento diventa orfano un'altra volta.
Impara a suonare il piano, non si sa come perché nessuno glielo insegna, ma lui inventa la sua propria tipologia di musica che non esisteva prima. Non suona le note normali, suona un'altra cosa.
Sebbene diventi un pianista grandioso che avrebbe potuto godere della celebrità, non scende mai dalla nave. Novecento vive tutta la sua vita a bordo del Virginian. Non vi dirò perché lui fa questa scelta; mi limiterò a dire che questo suo ragionamento è la chiave della morale della storia.
Quando ho letto Seta, non ho capito realmente il messaggio, oppure la morale che Baricco voleva trasmettere. Nel caso di Novecento, invece, la morale mi sembra abbastanza chiara. Forse parlerò di più di questo in un altro post quando più persone nel club di lettura avranno terminato il libro.
Chi fra voi sta leggendo Novecento? Vi piace più di Seta?
Ciao Wendy, che bella recensione! Avevo letto questi libri di Baricco da adolescente e avevo avuto le stesse impressioni: anch'io entusiasta di Novecento, meno convinta di Seta. Un altro suo libro che mi era piaciuto, sempre nello stesso periodo, è "Oceano mare". Te lo consiglio e spero possa piacerti (:
@alice Grazie mille per il riscontro! E anche per il suggerimento per quanto riguarda "Oceano mare". Adesso sto leggendo "Emmaus", anche di Baricco, ma proverò a leggere "Oceano mare" nel futuro. Ci sono tanti libri che voglio leggere in italiano!