Gli strani hobby di una bambina nel mezzo del niente
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Gli strani hobby di una bambina nel mezzo del niente

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La casa della mia infanzia si trovava all'orlo della foresta. Dieci minuti in piedi ed ero già circondata dagli alberi.

Il villaggio non offriva tanto in riguardo al divertimento commerciale. Non c'era nemmeno un supermercato, solo una piccola edicola piena di dolci estremamente malsani per cui noi bambini spenderemmo tutti i nostri soldi. Si serviva una macchina per arrivare a qualsiasi altro posto. Quindi dovevamo inventare i nostri propri attività per divertirci. In seguito la top cinque degli miei hobby preferiti da bambina:

1) Fare cura all'albergo delle lumache

Suppongo che in realtà non era proprio un'albergo e più una prigione per le lumache. Una scatola di plastica, completa col coperchio bucato, riempita di terra, erba fresca e due piccole lumache. I miei compiti come mamma delle lumache comportavano raccogliere erba e aqua per loro ogni giorno. Una mattina però trovavo la scatola senza coperchio. La mia madre lo nega ancora oggi ma sono sicura che era lei a liberare le lumache.

2) Visitare la strega della capanna bruciata

Okay, questa era più una sfida che un hobby ma lo facevo così tante volte che è limpidissimo nella mia memoria. C'erano alcuni giardini privati a lato della foresta e per un po' i teppisti del villaggio si divertivano apparentemente ad invaderli e rompere un po' di tutto o - ancora meglio! - bruciarli del tutto. Un risultato era la capanna bruciata della strega: una capanna che una volta chiaramente appartiva ad una persona di brutto gusto perchè si trovava questa figurina di una strega dietro una delle finestre incrinate. Probabilmente non sarebbe stata molto spaventosa in circostanzi normali ma in combinazione con le finestre crollate, i muri scuri del fumo e i pini che nascondevano la maggioranza dei residui della capanna faceva un'impressione abbastanza forte ad una bambina impressionabile come me. Ero sicura che la strega mi poteva vedere e maleddire se non mi avvicinavo con estrema cautezza, quindi andavo sempre sulle mie dita e con il respiro trattenuto. Non mi sono mai trasferita in un rospo, quindi suppongo che sono abbastanza brava ad muovermi pianamente.

3) Fare finta di essere una scimmia

Tutti questi alberi dovevano esserci per il mio divertimento! E anche se no, mi divertivo un sacco nonostante arrampicarli mentre facevo finta di essere una scimmia col nome di Silvi. Silvi non doveva fare i compiti, Silvi non doveva aiutare a pulire i piatti. Silvi doveva solamente raggiungere il ramo più alto del albero di lillà. Poi Silvi cadeva e si trovava con il gomito sanguinante perchè si è atterata su una pietra spinosa. La cicatrice ce l'ho ancora oggi e ne sono un po' fiera.

4) Visitare i tumuli nella foresta

Sì, c'erano tumuli nella foresta, ma non sono sicura di qual'era sono. Era forte averli nella foresta però e mi piaceva tanto immaginare che i miei antenati erano sepulti li dentro millenni fa e che adesso erano protetti dai gnomi e dalle fate che io sospettavo vivessero sotto le roccie e gli alberi. Adesso non credo più queste cose ma i tumuli sono impressionanti ciò nonostante.

5) Cercare monete alla riva del fiume

Non ho mai trovato nemmeno una moneta in trent'anni che frequento questo fiume. Ma mio padre aveva trovato una quando lui era un bambino decenni fa e mi faceva vederla ogni tanto quando io ero piccola. Una moneta sottilissima e ovviamente molto vecchia. Quando avevo all'incirca diciott'anni ho cercato di trovarla online e dopo ore scoprivo che si chiamava "Petermännchen" (= "piccolo uomo col nome di Peter") e originava dal 17 secolo. Sono sempre stata un po' ossessionata del pensiero di trovare una moneta come questa io stessa e persino oggi cerco tra le ciottoli e le conchiglie.

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