Una descrizione che si sente molto spesso riguardo a Venezia è che sia ‘romantica’, però la trovo un po’ superficiale. Questo stereotipo mi infastidisce, perché sembra che la città diventi solo uno sfondo dipinto per fare le foto in gondola e bere lo Spritz a Piazza San Marco. Certamente, non è così terribile apprezzare tali cose ma a volte mi prende la voglia di dare uno sguardo dietro le quinte.
La cosa che mi colpisce di più quando mi trovo a Venezia è l’aura dei palazzi. Ogni piano svela un attimo del tempo, come gli strati della storia. Secondo me, i palazzi più belli sono quelli che, agli occhi degli altri, sembrano desolati. Adoro i palazzi che mostrano come le mani degli architetti e le mani del tempo lavorano in destrezza simbiotica. Adoro gli affreschi sbiaditi e la patina che imbrunisce le sculture.
Quando viaggio a Venezia sono sempre alla scoperta dei veri gusti veneziani. Mi ricordo una volta che, cercando un bel piatto di linguine alle vongole, mi precipitai alla Trattoria Palanca all’isola della Giudecca. Lì si trova un posto arredato in maniera semplice e pieno di convivialità. C’è solo una stanza in fondo dove i tavolini sono occupati principalmente dai veneziani. È un posto ideale per gustare i sapori del mare tipici del cibo veneziano. Le loro linguine alle vongole è un piatto semplice ma realizzato perfettamente. Le vongole sono sparpagliate generosamente e danno il sapore elegante e vellutato con la salinità del mare, l'agrume del limone e un po’ di prezzemolo. Non posso iniziare una giornata alla ricerca dei capolavori dell’arte finché non bevo un caffè. Credo che non si possa trovare un cappuccino migliore di quello che appartiene alla Pasticceria Tonolo. Il bar è piccolo e accogliente, profumato deliziosamente dai dolcetti mattutini. Le signore dietro lo sportello gestiscono impeccabilmente gli ordini. È un vero piacere bere il caffè lì, dove lo servono nelle tazzine carine di porcellana decorate a fantasia.
Posso camminare per ore senza stancarmi delle calli pittoresche e dei ponti emblematici. Comunque, quando si scurisce la luce una nebbia come una seta diafana li avvolge e tutti diventano sconcertanti. Una notte, mi aggirai per la Basilica dei Frari cinque volte, cercando il percorso giusto per arrivare alla mia locanda. Chi può sapere quale spettro si nasconde nelle ombre. Forse le voci che si può ascoltare dall’altro lato del ponte sono quelle di un’altra epoca; le chiacchierate dei gozzovigliatori carnevaleschi di tanto tempo fa. Detto questo, è proprio il carattere mutevole di Venezia che mi affascina. Come i riflessi dei suoi canali, Venezia è in continua trasformazione. È una città dove la bellezza e l’effimerità si abbracciano inestricabilmente.
Ma com'è che scrivi meglio tu di noi madrelingua? 😉 Ormai ci vuole una professoressa (o un professore) d'italiano per correggere i tuoi scritti! Complimenti! p.s. sono d'accordo con te su Venezia!
Grazie mille, mi fai un bel complimento!