Una favola mediterranea
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Una favola mediterranea

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Si affaccia alla finestra e guarda il mare, liscio come un tessuto di seta azzurra. A quest’ora della mattina il sole non è già riuscito la sua propria forza accecante bensì brilla ancora con una luce vermiglia oscurata. Rispecchiandosi sulle onde sonnolente e colma l’acqua placida con migliaia di frammenti d’oro.   

Lei si veste lentamente in un abito semplice di lino naturale e va giù a preparare un caffè. Il pavimento di terracotta sente fresco sotto i suoi piedi ed il profumo di caffè riempie presto la cucina. Mentre sorseggiando con gradimento, mettendo in ordine mentalmente gli impegni per il giorno: deve innaffiare il limone ed il fico, comprare il pane dal fornaio e aiutare la signora dell’osteria a scrivere il nuovo menu. Nonostante la figura della turista fosse un fenomeno abbastanza raro in questo posto, la signora sempre aspettava il giorno che un grande barca attracasse al loro piccolo paesino. Per questo dice: "dovremo essere pronti, vai, scrivimi un menu raffinatissimo come quello dei ristoranti stellati Michelin di Parigi!" Forse aspetterà una vita intera perché neanche le barche erano una cosa comune qui.   

Lei faccia strada verso il centro del paesino, sentendo dei raggi di sole che le scorrono lungo la schiena e dello sciabordio delle onde in lontananza. Mentre sta passeggiando, la sua mente divaga al passato. Qualche volta le sembrava che una memoria sbucasse dal nulla a ricordale che c’era qualcosa – o qualcuno – che lei aveva dimenticato; qualcuno era stato rimosso dal suo cuore. Si accorge che le cose sono state molto cambiate da quando lui è partito, ma ora la sua vita aveva colmato lo spazio dove c’è stato lui una volta, come le maree allagavano le spiagge con la luna piena. 

Ben presto, si scorge il platano maestoso che sovrasta la piazza e le mura degli edifici ricoperti dalle viti, che sempre le sembravano molto dilettevoli; però, dove di solito ci sarebbe i suoi vicini seduti ai tavolini qua e là sotto l’ombra del grande albero, al brusio delle chiacchiere e dei saluti mattutini, ora tutto era deserto. Solo un gatto si crogiolava al sole pigramente. All’improvviso, udì in lontananza urlare il suo nome e girandosi scorse il ragazzino della signora correre verso di lei. “Sbrigati!”, dice lui affannosamente con gli occhi luminosi di eccitazione. “Una barca sta arrivando!”. Prima che potesse proferire una risposta, lui le afferrò la mano e la tirò verso il sentiero che conduceva giù alle sponde dell’isola. 

Si sono precipitatisi verso la banchina vecchia dove tutti gli abitanti si erano riversati per assistere al miracolo dell’apparizione di una barca. Questa compariva ancora come una sagoma all’orizzonte, ma diventava gradualmente più nitida. La folla gridava e gareggiava in modo sempre più incalzante, salutando con le braccia. Lei faceva ombra ai suoi occhi colpiti dal sole e li strizzava per vedere meglio mentre l’ansia iniziava annebbiare il suo cervello. Sentiva una voce nella sua testa: “Pensavo che avessi voglia di vedermi”. Una voce familiare, ma un po’ subdola. La voce di un uomo per chi il desiderio di fama accarezzava il suo cuore più dell’amore. Le pareva che le onde scrosciassero e una rimembranza la trafiggesse - una partenza senza parole ed una devozione non corrisposta: “C’è poco da dire, devo andarmene”. In seguito, solo pettegolezzi. Ricordava le dicerie che trattavano dei soggiorni libertini, del miele e del vino alle tavole delle altre donne.  

Lei si sentiva quasi sopraffatta del caldo e le emozioni turbinavano nella sua pancia. Nello stesso momento, la folla iniziava a calmarsi e le urla entusiaste mutavano in sospiri delusi. La barca stava diventando offuscata e in poco tempo sarebbe diventata solo un puntino remoto, un’immagine che aveva già visto un’altra volta, una vita fa. I vicini cominciavano a disperdendosi, salutandola e facendo battute sulla vicenda della mattina. A breve, rimase da sola sulla sponda. Fissando lo sguardo sul mare dove le onde sciabordavano come l’olio d’oliva denso e inala dell’aria salina che spazza via le memorie ingarbugliate. Volta le spalle al mare, si faccia strada indietro verso la piazza. 

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