Rai Museo Nazionale: Giovanni Bellini - 'Battesimo di Cristo' (trascrizione, prima parte)
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Rai Museo Nazionale: Giovanni Bellini - 'Battesimo di Cristo' (trascrizione, prima parte)

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Sono stata molto ispirata dal video recente di Robin, dove ha spiegato il suo metodo per imparare dai podcast scrivendo la trascrizione. Ho trovato una seria podcast ottima, il 'Museo Nazionale' di Rai, che trattano dell'opere d'arte e dei musei attraverso Italia. Ecco la mia trascrizione della prima parte della puntata 'Il Battesimo di Cristo da Giovanni Bellini'.

Podcast

  • Giovanni Bellini, Battesimo di Cristo (1501-1502), tempera e olio su tavola, 410 x 265cm, Vicenza, Chiesa di Santa Corona

Trascrizione

[01:55]

Il Museo Nazionale di Radio Tre si inaugura con una opera eccezionale. Il capolavoro di Giovanni Bellini, il Battesimo di Cristo realizzato intorno 1500–1502, che ci porta il professore Giovanni Villa, professore aggregato della storia d'arte moderna, muesologia e critica d'arte a Bergamo, curatore di importantissime mostre studioso dell'arte veneta di quelle ricordiamo tra l'altro le retrospettive importantissime su Bellini e Antonello da Messina alla Scuderie del Quirinale e quella su Cima di Conegliano, a Conegliano.

È un'opera enorme, anche perché è contornata dal uno straordinario circolo lapidio con colonne, lesene, pilastri, opere degli artisti Tomasso da Lugano e Bernardino del Como con apporti di Rocco di Vicenza. Ed è un'opera talemente enorme che gli assistenti hanno faticato tutta la mattina a capire in pieno luogo da che parte andavano viste le scatole, se l'alto forse il basso o vice versa. Ed è un'opera che quando verrà montata tutta per intero dovrà forse anche suscitare qualche addatamento della parte superiore della nostra sala, anche perché è talemente alta e talemente piena di simboli che per poter l'apprezzare ci vuole anche una certa prospettiva.

Il professore Villa, grande esperto della storia dell'arte veneta nel Rinascimento, racconterà come quest'opera sia il punto di partenza di molte vicende venete seguenti e come, di fatto, in questa rappresentazione che sta nell'altare Garzadori della Chiesa di Santa Corona, si dia anche un'immagine delle vicende dei musei italiani, perché ha tutti gli effetti la chiesa straordinaria dove si trova anche una cappella progettata da Palladio e all'interno del un Museo di Scienze Naturali che ha una seria di memorie naturalistiche assai curiose di vario tipo e che ha avuto una storia assai complicata perché ebbe danneggiamenti enormi nel 1945 per bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Accade nei musei italiani, accade di esempio anche nei musei civici di Brescia, che una chiesa anche di straordinario valore architectonico con opere importantissime sia inglobata nel percorso di un museo. Accade perché nel 1870 lo stato italiano unitario volle avvocare alla chiesa buona parte delle proprie forme principali di posedimento immobiliare conventi e quant'altro e per questo è una sorpresa entrare da una collezione di animali in formalina e di lepidotteri improvissamente trovarsi di fronte a uno dei luoghi fondamentali del Rinascimento italiano.

L'opera che ho pensato e portarvi è un'opera assolutamente singolare, per tanti aspetti, perchè è un'opera che si trova in una situazione ancora oggi museale, ma ancora oggi la situazione originaria di committenza, cioè il tempio di Santa Corona a Vicenza. Il tempio di Santa Corona a Vicenza è uno di quei luoghi eccezionali dell'Italia ancora oggi, perché è un tempio nato nel Duecento grazie a Bartolommeo da Breganze il vescovo di Vicenza tra 1259 e 1270 che a Parigi aveva ricevuto in dono da Re Luigi IX una delle spine della corona di Cristo. Intorno a quest'opera venne creato uno straordinario tempio grazie al aiuto dei Dominicani e collazione dell'ordine di cui Bartolommeo da Breganza faceva parte sarà il nucleo fondante della storia di Vicenza. Una storia che arriva fino alla storia dell'Ottocento, nell'Ottocento con le soppressioni napoleoniche, il tempio entrerà far parte del demanio civico, del demanio pubblico; nei choistri verrà nel Novecento allestito in un museo naturalistico archeologico e tutti i beni mobili all'interno della chiesa entreranno fa parte dei musei civici, e questo è una delle tante storie che troviamo nella nostra Italia, cioè uno dei quei modelli sui cui sono nati i nostri musei.

La fortuna di Santa Corona è che i musei civici hanno lasciato sugli altari originari le opere, e tra queste opere anche un pezzo assolutamente straordinario, stupefacento, una di quella opere che hanno creato l'immagine del grande Rinascimento italiano prima, e di Europea poi, perché sulla quinta cappella di sinistra si trova quella pala d'altare nella sua cornice lapidea che è quanto oggi voglio portare qui a Radio Tre perché è una di quella opera che da sola ci racconta in fondo un grande pezzo, un grande brano dell'Italia non solo del Cinquecento ma per certi aspetti, anche odierno.

[07:40]

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