Passeggiare nel cimitero
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Passeggiare nel cimitero

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Sembra strano (e forse un po' macabro) ma l'abitudine più bella che io abbia preso durante questo anno di coronavirus è andare quasi ogni giorno a fare una passeggiata nel cimitero. Può sembrare l'ultimo posto in cui piacerebbe passare tempo quando ci si sente sopraffatti dal continuo ricordo della morte dalle notizie, eppure è diventato uno dei miei luoghi preferiti nella città. A dirla tutta non è un cimitero normale: è diviso da vialetti in diverse zone quadrate, in alcune delle quali ci sono tombe, certo, ma il resto delle quali sono zone verdi con erba e tanti begli alberi. Le zone senza tombe sono in effetti piccoli parchi con il vantaggio di essere insolitamente tranquilli e ben curati.

D'inverno ci vado soltanto per passeggiare. Per andare al cimitero, girare lì dentro, e tornare a casa faccio circa quattro chilometri e 45 minuti, cioè giusto il tempo per ascoltare un episodio intero di un podcast. E' molto tranquillo d'inverno, quando in qualsiasi momento c'è solo una manciata di persone in tutto il cimitero. Però d'estate, nonostante sempre tranquillo, diventa una destinazione in sé; sparsi per tutti quei prati si trovano persone che leggono, amici che bevono vino, e famiglie con bambini piccoli che si rilassano sotto il sole. L'estate scorsa io ci andavo spesso nei fine settimana e dopo lavoro, quando faceva luce fino a tardi, e ho passato tante belle ore lì leggendo, ascoltando musica, e studiando italiano. Qualunque stagione sia, se si tratta di un'escursione a piumino oppure a maglietta, questo cimitero è per me un'oasi di calma costante in un mondo caotico.

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